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L’ ASPETTO È MINI, MA LO È ANCHE LA SICUREZZA.

Negli ultimi anni è aumentata nelle strade delle grandi città la presenza di piccole autovetture, ovvero di quadricicli leggeri, conosciuti meglio con il nome di “minicar” o “microcar”. Le dimensioni di questi veicoli favoriscono sicuramente gli spostamenti nel traffico metropolitano, però sono spesso protagoniste di situazioni difficili da gestire e di incidenti, mettendo a repentaglio la sicurezza del guidatore, talvolta anche minorenne.

Vivere e lavorare in città è sempre più complicato. La mobilità con veicoli propri diventa anno dopo anno più difficoltosa a causa delle imprevedibili e interminabili code lungo le strade all’ora di punta che ostacolano coloro che devono raggiungere in tempo il luogo di lavoro,  oppure nella ricerca di un parcheggio, con la conseguenza che spesso si è costretti a lasciare l’automobile in doppia fila. Le minicar (chiamate anche microcar), in questi casi, rappresentano una soluzione grazie all’agilità di  manovra e al loro limitato ingombro. Questi veicoli, alquanto compatti, il più delle volte biposto e dotate di ogni confort, sono facili e piacevoli da manovrare e riescono a supplire in parte ai problemi di mobilità nelle grandi città. A differenza delle prime minicar, dalle dimensioni ridotte e dai bassi consumi progettate fin dai primi anni del secondo dopoguerra e realizzate come mezzi di trasporto a tre o a quattro ruote (una delle più celebri è stata la Isetta BMW, prodotta dalla casa automobilistica italiana Iso di Bresso tra il 1953 e il 1956 ), quelle attuali sono decisamente più pratiche. Nonostante le minicar continuino a rappresentare un particolare mezzo con il quale poter viaggiare, sfruttandone comodità, agilità e determinate agevolazioni di cui sono soggette in alcuni comuni, una delle vere problematiche legate a tali vetture rimane comunque la sicurezza.

La versione completa dell’articolo è disponibile sul numero cartaceo di giugno/luglio di ioCarrozziere 2016.

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